martedì 19 gennaio 2016

Robert Reich - Come salvare il capitalismo -Fazi Editore

Di questo autore, ex segretario del lavoro durante la presidenza Clinton ed economista, abbiamo già parlato in merito al suo altro libro Supercapitalismo in cui illustrava l’evoluzione, o meglio l’involuzione, del capitalismo dal secondo dopoguerra ad oggi. In questo libro si concentra sui difetti del capitalismo attuale.
Nella prima parte mette in evidenza come il vero tema non sia se sia meglio il governo  o il mercato, bensì sulle regole su cui si basa il mercato. Le regole fondamentali del mercato sono per l’autore quelle che regolano i contratti, i  monopoli, i fallimenti e infine come vengono fatte rispettare le regole stesse. Il problema è  che queste regole sono state negli ultimi tempi sempre più condizionate dai poteri economici forti, grandi imprese e Wall Street, anche a causa della perdita di potere contrattuale dei lavoratori e della classe media. E’ quindi la capacità del potere economico di condizionare a proprio vantaggio le scelte politiche sul funzionamento del mercato, più che l’evoluzione tecnologica o la globalizzazione, a consentire a chi è più ricco di continuare arricchirsi o quelle che l’autore chiama “pre-distribuzioni verso l’alto”. 
E’ necessario quindi che non ci sentiamo vittime di forze di mercato impersonali, il mercato si basa su regole concepite da esseri umani, la sfida non riguarda le dimensioni del governo «bensì per chi e per che cosa opera il governo», cioè lo scopo dovrebbe essere un mercato organizzato a favore di una prosperità diffusa. Il punto fondamentale è la creazione o meglio ristabilire una serie di contrappesi, e che noi cittadini «riprendiamo ad usare la nostra voce e  le nostre energie e i nostri voti per riconquistare il controllo economico e politico». In questo l’autore  auspicando negli USA  la nascita di un terzo polo, oltre ai tradizionali partiti democratico e i repubblicani,  potrebbe essere considerato una specie di “grillino”.
Complessivamente un libro molto ben scritto e piacevole da leggere, anche se forse troppo concentrato sulla realtà statunitense, comunque veramente interessante e con molti spunti di riflessione.
P.S  Questo non è il primo libro che leggo in cui si cerca di salvare il capitalismo, mi auguro che nei prossimi qualcuno voglia salvare l’umanità piuttosto che il capitalismo, anche se mi rendo conto che al momento non abbiamo alternative concrete al capitalismo in termini di organizzazione socio-economica della società.

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