venerdì 18 dicembre 2015

Le idee dell'economia:la legge degli sbocchi-Jean Baptiste Say e Malthus

Jean Baptiste Say (1767-1832) nacque in Francia, ma passò una parte della sua vita in Inghilterra dove ebbe l’opportunità di leggere le opere di Smith, oltre che studioso di economia fu dedito ad attività pratiche sia come imprenditore sia come giornalista.
Il suo nome, molto meno noto ai non economisti rispetto ai precedenti autori, è legato alla cosiddetta “legge degli sbocchi”[1], che nella forma più semplice può essere così enunciata: l’offerta crea la sua domanda. In altri termini tale legge afferma che chi produce i beni produce anche il reddito per acquistarli, ovvero che ogni venditore è anche compratore. Come conseguenza, per J.B.Say, non dovrebbero esistere  crisi di sovrapproduzione.
Abbiamo visto come, già in Ricardo, si manifestino i primi dubbi sul fatto che non esistano crisi di sovrapproduzione, altri autori, tra cui anche J.S.Mill, espressero delle teorie sulle crisi.  Comunque, in generale, possiamo dire che tale legge fu assunta come  valida, almeno sul lungo periodo piuttosto che sul breve, dalla maggioranza  gli economisti successivi.
Chi fu invece molto critico con questa legge fu Malthus (1766-1834), sacerdote anglicano che fu docente di storia ed  economia politica, amico di Ricardo con cui intrattenne un lungo rapporto epistolare, dove esprimeva posizioni spesso contrastanti a quelle di Ricardo stesso.
Il suo nome è legato alla teoria della popolazione, sostenuta nel suo libro Saggio sul principio della popolazione, dove sostanzialmente sosteneva che, se non limitata, la crescita della popolazione sarebbe stata maggiore della crescita del suo sostentamento con tutte le problematiche conseguenti.
Le sue  idee più interessanti, a mio parere, sono comunque quelle relative all’ assorbimento della produzione.
Il suo punto di vista, contrario alle idee di Say, è che l’aumento della produzione spinto dall’ utilizzo dei profitti reinvestiti piuttosto che dedicati al consumo e l’aumento della popolazione, che  sarebbe comunque  rimasta con i redditi fermi a livello di sussistenza, avrebbero determinato, di conseguenza,  una carenza di  domanda sufficiente ad assorbire la produzione stessa  e ciò avrebbe provocato una crisi innescando una spirale negativa.
La sua soluzione, da conservatore, era riposta nella necessità di classi improduttive (proprietari terrieri, funzionari pubblici, ecc…) che potevano, con la loro domanda aggiuntiva, garantire uno sbocco sufficiente alla produzione.
Come vedremo più avanti, sarà J.M.Keynes a riprendere le idee di Malthus sulla carenza della domanda con il concetto di domanda effettiva.




[1] Gli storici dell’economia  distinguono tra due versioni della legge, una più forte, detta “identità di Say” e una meno forte della legge, vedi ad esempio: Storia e critica della teoria economica di Mark Blaug.

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