venerdì 30 maggio 2014

Post elezioni

“L' oligarchia è invece un sistema dove il potere è fortemente centralizzato e i corpi intermedi sono stati dissolti o indeboliti nelle loro autonomie. Al vertice i poteri costituzionali, anziché distinti e bilanciati, si sono fittamente intrecciati tra loro. Chi li gestisce fa parte dell' oligarchia; ciascuno degli oligarchi ha una sua area esclusiva di potere, che gli altri sono impegnati a garantirgli in perpetuo, a condizione naturalmente di godere del diritto di reciprocità. Il sistema si rinnova per cooptazione dall'alto e non per mutamenti dal basso. Ciò non significa, necessariamente, che il popolo non possa votare, ma che i meccanismi elettorali sono costruiti in modo da confermare invariabilmente l' oligarchia”.
Questo passo, di Alexis de Tocqueville,  mi sembra molto attuale e che rappresenti bene l’Italia degli ultimi decenni, dove vari poteri costituzionali, economici e sociali si sono arroccati ognuno sulle proprie posizioni. Mi riferisco sia ai partiti politici, ma anche ai sindacati, alla magistratura e al mondo imprenditoriale ecc… Purtroppo il ricambio non c’è stato o solo in minima parte o apparente, e questo ha generato un immobilismo di fondo che ha cristallizzato sia le istituzioni sia  le situazioni di forza e di potere, con varie degenerazioni. Il successo, alle ultime politiche, di Grillo  è quindi dovuto soprattutto a questo, rappresenta l’ unica forza che è di profondo cambiamento e  distaccata  dalle varie élite dominanti. Questo lo ha capito anche Renzi, cavalcando da un lato la volontà di cambiamento  e, dall’altra, la delusione di alcuni verso una certa inconcludenza del movimento cinque stelle in parte e, soprattutto, la paura, da parte dell’elettorato moderato, verso soluzioni estremistiche e anche velleitarie. Riuscirà Renzi in questa impresa? Da una parte il mandato che ha ricevuto è forte, mai nessuno ha avuto in tempi recenti una successo elettorale di queste dimensioni, dall’altra il compito è arduo e a questo proposito faccio un'altra citazione, questa volta di Macchiavelli:


 “Deve essere ricordato che nulla è più difficile da pianificare, più dubbio a succedere o più pericoloso da gestire che la creazione di un nuovo sistema. Per colui che lo propone ciò produce l’inimicizia di coloro i quali hanno profitto a preservare l’antico e soltanto tiepidi sostenitori in coloro che sarebbero avvantaggiati dal nuovo".

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